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PIOGGIA ACIDA - Avenged Sevenfold

Il nostro momento è arrivato
è disegnato in cielo
quindi non versare una lacrima adesso
sii grato per il tempo (che abbiamo avuto)

La vita non sarebbe così preziosa
tesoro, se non ci fosse una fine

I bambini giocano ancora in giardino
balla mentre il sole scivola via

Siamo al confine adesso
siamo arrivati così lontano
attraverso tutta la polvere è diventato limpido
Tu sarai sempre il mio cuore

Non c’è morte, né fine dei tempi
quando  la affronto con te
I bambini giocano ancora in giardino
balla mentre il sole scivola via
Neppure le stelle durano per sempre
Purificaci pioggia acida

Stammi vicino
non guardare, sii coraggioso
Sopra la luna oscurata
ti porterò via
attraverso i pianeti, voleremo.

I bambini giocano ancora in giardino
balla mentre il sole scivola via
Neppure le stelle durano per sempre
Purificaci pioggia acida

Mandaci a casa.
Mandaci a casa.
Mandaci a casa.
Mandaci a casa...


Non versare una lacrima adesso by Space Nerd - Tradotta da AliceBi
Note dell’autrice: La fine è vicina per Sasha (Cain) e Ethan (Abel). Questa storia è basata interamente sulla canzone degli Avenged Sevenfold Acid Rain. Si tratta di una AU in cui Abel e Cain si sono incontrati sulla Terra.
Attenzione: viene menzionato il suicidio, morte dei personaggi, panico, tristezza, angst.
 
I loro corpi tremarono sotto la schiacciante realizzazione della fine a cui la Terra era giunta.
Stavano per morire.
"Il nostro momento è arrivato" lo dicevano sia il telegiornale che la gente nelle strade.
Era cominciato come un giorno qualsiasi. Il grosso pianeta al quale l'umanità si era abituata, guardava verso di loro. Aveva visto una donna partorire due gemelli, aveva notato un anziano perdere sua moglie e aveva visto Sasha e Ethan scambiarsi i propri voti all'altare. Nessuno dei due aveva lasciato andare l'altro dal momento in cui avevano detto "lo voglio" e quando la notizia arrivò all loro orecchie, era impossibile che si allontanassero.
 
Tutti sapevano che quel giorno sarebbe arrivato prima o poi, ma non avrebbero mai pensato che potesse capitare proprio a loro. O a chiunque altro sulla Terra. Il pianeta si era avvicinato per migliaia di anni alla terra, scalciato dalla propria orbita dopo un impatto violento. Gli scienziati avevano sempre rassicurato la popolazione dicendo che presto avrebbe cambiato la sua rotta.
Ma ora era chiaro per tutti che gli scienziati cercavano solo di evitare il panico generale.
Avevano ragione.
C'erano stati dei segnali, ovviamente. L'innalzamento degli oceani era stato il primo segno che avevano notato. Il clima, diventato rigido e imprevedibile, avrebbe dovuto prepararli. Il fatto che ogni essere umano poteva vedere i dettagli della superficie del pianeta che si avvicinava, significava che era ormai troppo vicino per non preoccuparsene.
Ora che il pianeta era a portata di mano, il panico generale si diffuse inevitabilmente. Suicidi di massa, saccheggi, lotte e omicidi si verificarono in tutto il mondo. Era impossibile lasciare il pianeta lanciando una nave verso le colonie. I ricchi le avevano prese tutte il giorno prima.
 
Sasha e Ethan si nascosero nell'unico luogo che sembrava essere tranquillo. Il giardino sul retro della chiesa, dove avrebbe dovuto svolgersi il loro ricevimento. Nella cappella non c'era nessuno. Dopotutto, gli dei li avevano abbandonati.
 
Sasha si ritrovò a fissare il pianeta, ormai troppo grande per stare tutto nel suo campo visivo. Ethan singhiozzava sulla su spalla, il suo abito rovinato dalle lacrime e dal fango di una pozzanghera nel quale era caduto cercando di uscire dalla chiesa.
Sasha non poteva piangere. Non doveva. Anche se sapeva che la fine sarebbe arrivata in meno di poche ore, fissava il pianeta che si avvicinava, come se l'intensità del suo sguardo potesse spazzarlo via.
 
I pianti e le grida in lontananza sembravano solo un rumore di fondo rispetto ai singhiozzi del suo sposo. Rimasero così per quelli che sembrarono secoli. Sasha stava guardando la fine, mente Ethan le dava le spalle, incapace di affontarla. Sasha sapeva cosa passava per la mente di Ethan. Dopo tutte le difficoltà e il dolore che avevano sopportato, si erano finalmente sposati. Non avevano avuto nemmeno 24 ore per essere marito e moglie. Non avrebbero avuto la loro luna di miele. Non avrebbero litigato e fatto pace col sesso o durante un pigro weekend. Non avrebbero creato una famiglia insieme. Questa era la fine della strada, la fine della loro esistenza. E l'unica cosa che potevano fare era stare a guardare.
 
Ethan lo stava fissando con quegli occhi. Gli occhi che lui non avrebbe mai voluto vedere. Spalancati e pieni di disperazione, implorando che lui facesse qualcosa per risolvere la situazione. Avevano solo bisogno di più tempo.
"Siamo arrivati così lontano... tu sarai sempre il mio cuore. Non c’è morte, né fine dei tempi quando la affronto con te" sussurrò Sasha e finalmente le lacrime scivolarono via dalla sua presa. Credeva di potercela fare, ma quel dolore era indescrivibile a differenza di tutto ciò che aveva affrontato prima d’ora.
Credeva che sarebbe morto nel sonno o durante un combattimento sfortunato. Non avrebbe mai immaginato di agonizzare guardando succedere tutto questo. Non avrebbe mai pensato di dover consolare Ethan mentre la morte bussava alla nostra spalla.
 
Ethan annuì furiosamente alle parole di Sasha "nemmeno le stelle durano per sempre". Riuscì a parlare stringendo tra le mani la giaccia dello smoking di suo marito. Poi abbassò una mano stringendo più che poteva quella di Sasha e si girò lentamente. Ethan cominciò ad iperventilare alla vista del pianeta, sentendo arrivare un attacco di panico.
Sasha si rifiutò di lasciarglielo fare e con forza lo girò di nuovo verso di sé.
Gli posò una mano alla base della schiena e con l'altra prese la mano di Ethan, dondolandosi da un lato all'altro. Ballando. Il loro primo ed ultimo ballo da sposati.
"Stammi vicino. Non guardare. Sii coraggioso. Sopra la luna oscurata ti porterò via. Attraverso i pianeti, voleremo" promise Sasha fermando i loro movimenti e prendendo tra le mani il viso dell'altro. Ethan annuì trattenendo il respiro.
 
Sasha non sapeva quanto tempo rimaneva. Poche ore? Pochi minuti? Pochi secondi? Il pianeta sembrava sempre più vicino ogni volta che staccava gli occhi dal suo amore. Le sirene avevano smesso di suonare ed erano state rimpiazzate da una voce scossa che cantava "Mandateci a casa"

Il cuore di Sasha si fermò.
Mandateci a casa.
Tenne il viso del suo sposo tra le mani, guardandolo.
Mandaci a casa.
Lui lo guardò di rimando, tremando e singhiozzando, fissando suo marito.
Mandati a casa.
Portò il suo viso più vicino, premendo le proprie labbra sulle sue.
Mandaci a casa...

















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